22Mar2013

Scritto da STEFANO BUCCI, Corriere della Sera

A fare notizia, e record, è stato ancora una volta Edvard Munch, star quasi assoluta delle ultime aste.
Stavolta non si tratta dell’Urlo, il quadro più caro del mondo venduto da Sotheby’s a New York per quasi 120 milioni di dollari nello scorso maggio: a celebrare degnamente il 150° anniversario della nascita del pittore norvegese (1863-1944) è stata invece la sede londinese di Christie’s che di Munch ha battuto mercoledì l’acquatinta Giovane donna sulla spiaggia (1891-92, a destra) per 2,4 milioni di euro, oltre quattro volte la stima iniziale e nuovo record per un «multiplo» dell’artista, acquistata dalla Galleria K di Oslo per conto di un anonimo collezionista europeo. Mentre buoni risultati hanno ottenuto anche i «multipli» di Kentridge, Picasso, Morandi, Beckmann, Gauguin e Lichtenstein.
Il record di Munch certifica ulteriormente la crescita del «multiplo»: mosaico, arazzo, incisione, litografia, acquatinta, scultura, serigrafia, tecnica mista «pensati dallo stesso artista, in un numero limitato di esemplari, più accessibili in termini di costo, ma altrettanto esemplificativi della sua poetica». Un mercato (costo medio di un multiplo attorno ai seimila euro) sul quale si è di recente misurata con successo Editalia (il gruppo Istituto Poligrafico & Zecca dello Stato).
Partecipando a una tavola rotonda dedicata appunto al tema dei «multipli d’arte», tenutosi ieri nella sede milanese del «Sole 24 Ore», Marco De Guzzis, amministratore delegato di Editalia, ha sottolineato come queste «opere all’estero possano già contare su un mercato rilevante», ma che stiano «iniziando a ritagliarsi uno spazio importante anche in Italia»: la mostra Small Utopia tenutasi alla Fondazione Prada di Venezia nel 2012, «con la sua idea di democratizzazione della bellezza» ne è in qualche modo la testimonianza. Un progetto, quello di Editalia, «basato sulla qualità, sulla certificazione e sulla scelta di voci autorevoli che hanno fatto del multiplo un codice espressivo sempre più attuale». Dalla litografia Senza titolo di Kounellis alla xilografia Stupor mundi di Paladino, dalle sagome colorate a mano e collage Mistero in-forme di Carla Accardi al mosaico Uomini rossi di Aligi Sassu.
Una scelta che, per De Guzzis, «coinvolgendo nella realizzazione di questi multipli» i nostri migliori laboratori artistici «celebra l’idea stessa del made in Italy». Sembrano crederci sempre più gli artisti (anche quelli un tempo riluttanti come Hirst o Cattelan) e i nuovi collezionisti (quelli che privilegiano il Web mercato). I risultati danno loro ragione, anche prima dell’ultimo record di Munch:nel 2011 furono sborsati quasi 17 milioni di euro per una Liz di Warhol. E pensare che era «solo» un multiplo.