Scritto da PAOLO CONTI – CORRIERE DELLA SERA

I numeri della Biennale: 88 Paesi, due artiste dall’Arabia Saudita

Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia, non indossa la solita cravatta scura ma un golf blu: «Sono qui con un maglioncino alla Marchionne per sottolineare che faccio di tutto per ridurre i costi» . Francesco Giro, sottosegretario ai Beni culturali e da dicembre unico interlocutore politico del dicastero, si rivolge a Berlusconi: «Lancio un appello non al ministro Tremonti, ma al capo del Governo affinché intervenga con un decreto per recuperare i tagli, salvaguardare il patrimonio culturale, preservare le istituzioni culturali che hanno razionalizzato le spese e puntano sulla qualità» . Clima da allarme rosso per i sempre più scarsi finanziamenti riservati all’universo culturale italiano. Mai vista una presentazione della Biennale di Venezia (siamo alla 54 ° edizione) meno spensierata e ottimista. Giro annuncia che i finanziamenti alla Fondazione («Baratta impegna bene i fondi pubblici, ne ammiro coraggio, lucidità e passione» ) passeranno dai 5,2 milioni di quest’anno ai 2,5 del prossimo. La preoccupazione generale è palpabile, lo spiega Baratta: «Un’istituzione come la Biennale si fonda sul rispetto e la fiducia del mondo intero perché in campo artistico devi avere la fiducia di tutto il mondo per mantenere il livello qualitativo che la Biennale vanta» . Si può, insomma, risparmiare senza intaccare la qualità. Ma c’è comunque un limite al di sotto del quale la competizione con altre analoghe istituzioni internazionali diventa impossibile. Intanto si va avanti con «ILLUMInazioni ILLUMInations» , che aprirà il 4 giugno per chiudere il 27 novembre ai Giardini e all’Arsenale: 82 artisti da tutto il mondo (32 giovani nati dopo il 1975, sempre 32 le presenze femminili) e 88 partecipazioni nazionali, incluso il Padiglione Italia all’Arsenale guidato da Vittorio Sgarbi («L’Arte non è Cosa Nostra» e «Lo Stato dell’Arte nel 150 ° anniversario dell’Unità d’Italia» ). Con un bel contropiede (e un esordio in una Biennale di arte contemporanea) la curatrice Bice Curiger piazzerà due o tre tele del venezianissimo Tintoretto nella Sala maggiore del padiglione ] La Biennale si svolgerà a Venezia (ai Giardini e all’Arsenale) dal 4 giugno al 27 novembre ] La Biennale presieduta da Paolo Baratta (nella foto grande di Francesco Galli) e curata da Bice Curiger (in alto) ospiterà 82 artisti provenienti da tutto il mondo (di questi 32 sono giovani nati dopo il 1975 mentre 32 saranno invece le presenze femminili). Numero record di partecipazioni nazionali, 88, con i loro padiglioni. Info: www. La Biennale org centrale della Biennale proprio per certificare come la luce sia sempre stata strumento di sconvolgimento e anticonvenzionalismo, e a maggior ragione lo sia oggi nel contemporaneo. Le opere ancora non sono state scelte, la trattativa con la soprintendenza è a buon punto. Ci sarà persino Haiti, nonostante la devastazione, ed esordirà l’Arabia Saudita sorprendendo tutti con due artiste donne, le sorelle Shalem, la scrittrice Raja e l’artista Shadia con un’opera («L’Arco Nero» ) che simboleggia il collegamento tra la Mecca e Venezia. Spiega la curatrice Bice Curiger: «La Biennale si concentrerà sulla “luce”generata dall’incontro con l’arte, sull’esperienza illuminante, sulle epifanie derivanti dalla comunicazione reciproca e dalla comprensione intellettuale» . Infatti «ILLUMInazioni» cita l’Illuminismo ma anche, spiega Curiger, le Illuminazioni poetiche di Arthur Rimbaud e le «Illuminazioni Profane» sull’esperienza surrealista di Walter Benjamin «fino alla venerata arte dei manoscritti medioevali miniati e alla filosofia illuminazionista nella Persia del dodicesimo secolo» . A Venezia si guarderà a un’arte contemporanea «caratterizzata da tendenze collettive e identità frammentarie, da alleanze temporanee e oggetti in cui è incisa la transitorietà» . Dunque l’incertezza e l’instabilità (la guerra alle porte di casa? un pericolo oscuro e incombente?) tipiche dei nostri perigliosi tempi in cui «gli artisti hanno un’identità poliedrica e sono diventati migranti consapevoli e turisti della cultura» . Ancora Baratta: «La Biennale è come una macchina del vento. Ogni due anni scuote la foresta, scopre verità nascoste. La Biennale è un grande pellegrinaggio dove nelle opere degli artisti e nel lavoro dei curatori si incontrano le voci del mondo che ci parlano del loro e del nostro futuro» . Ci sarà anche una vasta attività Educational per scuole di ogni ordine e grado. Poi seminari e incontri («Biennale sessions» , «Meetings on art» ). Molti artisti giovani accanto a «classici contemporanei» come Llyn Foulkes, Luigi Ghirri, Jack Goldstein, Gedewon, Jeanne Natalie Wintsch. Quattro artisti saranno impegnati nella creazione di «parapadiglioni a carattere architettonico e sculturale» (Monika Sosnowska, Franz West, Song Dong e Oscar Tuazon). Undici altri autori hanno creato nuove opere espressamente per Venezia. Illuminati dalla poesia. Non certo dai fondi statali italiani per la cultura.