Scritto da LAURA PUTTI – la Repubblica

Il Centro Pompidou di Parigi manda in tournée nei piccoli centri della Francia una selezione di opere. Tele, video e installazioni sono esposti sotto un tendone colorato per avvicinare tutti ai capolavori.  Dice il presidente del Beaubourg, Saban: “Porterei in provincia anche Leonardo”
CHAUMONT-SUR-MARNE

Tre tendoni da circo, ma a forma di rombo, sono montati sulla piazza di un parcheggio alla periferia di Chaumont, cittadina di poco più di ventimila abitanti a sud-est di Parigi, Francia profonda, due ore e mezzo di treno dalla capitale. Il colore esuberante dei tre tendoni uniti tra loro (tetti rosso-blu, blu-arancio e arancio-rosso) contrasta con il grigio del cielo, dei palazzi circostanti, e anche con quello dei pochi passanti. Ieri, grazie alle tensostrutture colorate, gli abitanti di Chaumont hanno ricevuto la visita del presidente Sarkozy, e domani entreranno ufficialmente a fare parte della Storia. Dell´arte. I tre tendoni sono il Centre Pompidou Mobile, primo esperimento al mondo di museo smontabile, e sotto il titolo La couleur espongono quattordici tra i capolavori della collezione del museo parigino disegnato da Renzo Piano e Richard Rogers. Le pareti colorate scorrono su dritte d´acciaio come le rande delle barche a vela; la tensostruttura non ha fondamenta, è sostenuta da sottili cavi d´acciaio e ancorata al suolo da grandi sacchi blu pieni di acqua. Tra tre mesi il museo cambierà di luogo e sarà rimontato a Cambrai; nel maggio 2012 a Boulogne-sur-Mer nel grande nord francese, poi via verso altre destinazioni, di tre mesi in tre mesi, per cinque anni. Costo totale: due milioni e mezzo di euro (tra museo, ministeri di Cultura ed Educazione e sponsor privati) più duecentomila a carico di ogni città visitata.
Il Beaubourg nomade è nato dalla fantasia di Alain Seban, energico presidente del museo parigino. Nel 2007, appena insediato, Seban si domanda: quanti francesi hanno, nella loro vita, visitato un museo? La risposta è: uno su due. Se il francese di provincia non va a Picasso, Picasso andrà al francese di provincia, decide Seban e indice un concorso per un museo smontabile. Lo vince l´architetto Patrick Bouchain con un museotenda «leggero, allegro, nello spirito del circo ambulante e delle feste di piazza», e colorato, nello spirito dell´opera di Piano & Rogers. Ma Seban preferisce definirla un´opera normale, perfetta per rassicurare un pubblico non abituato ai capolavori. «Il museo deve uscire da se stesso e andare verso un nuovo pubblico» dice, seduto in un salottino chiuso da una parete di cerata rossa. «Se fosse possibile si dovrebbe portare in provincia anche Leonardo o Gericault. Il Centre Pompidou dà in prestito moltissime opere: che la cultura si muova è la nostra idea fondamentale». All´interno delle tende, in teche di legno protette da vetri antiscasso e da sofisticati quanto invisibili impianti di sicurezza, c´è un´infilata impressionante di arte moderna: Kupka, Picasso, Matisse, Dubuffet; Braque (con la cornice rifatta da un falegname di Chaumont!), Albers, Klein; Calder, Léger; Sonia Delaunay (1938) confrontata a un´installazione in movimento di Olafur Eliasson (2004) in una saletta che da sola meriterebbe la visita; un video di Bruce Nauman accanto a una enorme coloratissima mucca di Niki de Saint Phalle. Tutti scelti dalla commissaria Emma Lavigne («Davanti a quanti quadri ci si ferma durante una visita guidata? Non più di dieci. Qui abbiamo portato quei dieci»), già assemblatrice, alla Cité de la Musique, di mostre su Lennon, Hendrix e altri miti della musica. Il Pompidou Mobile è aperto sei giorni alla settimana, l´ingresso è gratuito. Le visite saranno guidate da attori locali che spiegheranno ai ragazzi (dalle elementari al liceo) la magia del colore nella storia dell´arte.